Scende la notte e sono stanco

Scende la notte
Quando mi guardo nello specchio e sono stanco
E il sangue mi ribolle addosso quando piango
O scorro foto solo per passare il tempo e sono stanco”……

“Ma il cuore mio lo so
È solo una puttana
E la mia testa fragile come la porcellana
Che non scende mai per strada
E vive dei suoi sogni
Che sono buchi neri e ci sprofondi”….

..”Scende la notte
Quando regalo a sconosciuti il mio passato
E metto il naso rosso e faccio lo spassoso
Di colpo cado nell’ovatta accartocciato e resto muto”…

Alcune parti del testo della nuovissima canzone di Noemi ….. quanto mi piace…  alcune parole me le sento cucite addosso!  “Sono stanco”  anch io sono stanca ma tanto ..  i motivi non si possono ovviamente dire .. ma che  cosa stanca ? a pensarci bene? Ci stanca la resistenza che opponiamo alle cose che ci capitano e che nn vorremmo o vorremmo diverse.. e’ la lotta continua che ci stanca, la sedimentazione di fatti e comportamenti che nn ci aggradano e che subiamo  perché nn  si sa dare un freno, uno stop .. è li’  che si bruciano le energie ….. il non saper lasciare fluire, andare, la voglia di controllo su tutto ci stanca da morire  …. l’incapacità di amarci veramente e per prima cosa al mondo.   Questo ci stanca … eppur capendolo e avendone una certa consapevolezza… nn si riesce ancora ad agire e pensare di conseguenza….  ma , con impegno e volontà, sono certa che ci si riuscirà… e intanto il tempo passa.. mannaggia e passa e va…     e quante volte mi sono sentita fragile come una porcellana…  anzi mi considero proprio una porcellana caduta rovinosamente, rotta in mille pezzi e riincollati con la colla .. piena di venature … i giapponesi dicono che le porcellane rotte  siano più pregiate ,  vengono riparate e  messe insieme con l’oro,  dicono che abbiamo  il fascino di  avere una storia  .. io nn so se siano più belle, piu’ particolari o meno , so solo che sono più fragili , questo è certo … e’ più difficile cadere  nuovamente, forse,   , perché si e’ imparato a stare maggiormente  in equilibrio , ma se dovesse succedere , se si dovesse cadere , ci saranno mille punti di frattura pronti a cedere e a far frantumare tutto di nuovo …  seratina no…. direi stasera ..  va beh capita … domani sarà meglio … sicuro !!….

 

 

 

 

Il dilemma del porcospino .

” Il dilemma del porcospino ” di À.Shopenhaur da’ una giustissima riflessione su ciò che e’  alla base della vita : le relazioni.  Niente è più importante che avere delle sane relazioni .. amici , partner , figli,  colleghi  … capire la giusta distanza da mantenere è il segreto per far durare a lungo e , soprattutto, in modo sano , le relazioni che dobbiamo o vogliamo gestire.. nessuno può vivere da solo, nessuno si basta … anche se molti, a parole, si vantano di essere degli eremiti … Nn può essere, e ,se così fosse , anche in questo caso , ci sarebbe qualcosa di anomalo da gestire .. ..   impossibile…. consiglio la lettura dell’articolo sotto riportato di psiche.org.  , a me è stato utile per capire certe cose che sentivo già dentro ma che nn riuscivo a razionalizzare.. nm  riuscibo a capire se ciò che sentivo fosse corretto… pare di si …  distanza e vicinanza .. alternate , con amore, ma ogni tanto spazio x nn ferirsi , per ossigenarsi, per ricordarci chi siamo e non chi gli altri vorrebbero noi fossimo… e , soprattutto , x ricordarsi che siamo individui e nn l’appendice di nessuno . ?  nasciamo già interi, come ho letto da qualche parte.. Nn completiamo nessuna metà….

 

 

 

IL DILEMMA DEL PORCOSPINO: LA GIUSTA DISTANZA NELLE RELAZIONI

dilemma del porcospino

“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione”.

(Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, 1851).

 

Il testo sopra riportato, chiamato il Dilemma del porcospino, è utilizzato come metafora per rappresentare la complessità dei rapporti umani. Secondo questa lettura, esso starebbe a raffigurare la difficile questione della giusta distanza da tenere in una relazione. Ogni persona, infatti, nell’ambito della sua socialità, si ritrova a giostrare tra due bisogni fondamentali: quello di avere legami e quello di conservare la propria individualità. Trovare il giusto equilibrio non è affatto facile e, soprattutto, non è possibile pensare di scoprire una condizione stabile e universalmente valida. L’oscillazione tra vicinanza e distanza tra due persone, intesa proprio come fluttuazione tra i due poli, è un gioco che viene messo in atto ogni giorno. La distanza ottimale in una relazione non può essere prestabilita a priori, in quanto dipende da numerosi fattori sia individuali, sia ambientali, sia situazionali. Riprendendo il testo, gli aculei del porcospino, in particolare, possono essere visti come quelle caratteristiche personali che, in situazioni di eccessiva simbiosi tra due soggetti, possono causare danni e ferite portando, quindi, all’incrinatura o alla rottura del rapporto. Essere punti nella relazione, però, non porta necessariamente alla sua fine. Quando si avverte eccessiva vicinanza all’altra persona è il momento di trovare il modo di dare maggiore spazio alla propria individualità. Allontanarsi troppo, d’altronde, porterebbe il problema opposto, ovvero l’assenza di calore dato dalla socialità stessa. A tal proposito, ricordiamo infatti la piramide di Maslow, il quale classificò il bisogno di amicizia e affettività quale necessario alla completezza umana.

Dopo queste riflessioni, possiamo rileggere il dilemma del porcospino in quanto metafora dello sviluppo e dell’evoluzione di una relazione umana. All’inizio vi è l’innamoramento, caratterizzato da grande vicinanza e dalla predominanza degli aspetti comuni tra le due persone. È la prima parte della storia, in cui i porcospini si avvicinano per sentire calore. A questo primo stato idilliaco segue quello della delusione e della separazione, nel quale i partner iniziano a vedersi più oggettivamente e mettono in atto un processo di differenziazione,che restituisce l’individualità personale. Il rimando è al momento in cui i porcospini si pungono con gli aculei e si distanziano tra loro. Proprio come gli animali della storia accorciano o allungano le distanze a seconda del bisogno di calore o di quello di evitamento del dolore, così la coppia, motivata alla creazione di un rapporto stabile, si sperimentae cerca il giusto compromesso alle diverse esigenze fino a trovare un equilibrio adeguato, contraddistinto dall’interdipendenza reciproca, che prevede una condizione di legame che mantiene, però, l’unicità singolare. Il che corrisponde alla “moderata distanza reciproca” tra i porcospini.

È importante tenere presente che la relazione è il risultato del legame tra due persone differenti, che insieme danno vita a qualcosa di nuovo rispetto a loro stesse. Proprio come 1+1=2, così un individuo insieme ad un altro individuo, ognuno con le proprie caratteristiche e i propri bisogni, formano un nuovo nucleo contenente entrambi, all’interno del quale, cioè, stanno due personalità collegate tra loro ma allo stesso tempo mantenenti la propria individualità.

La giusta distanza, benché difficile da trovare, rappresenta la chiave per avere rapporti positivi.