Finalmente ,dopo oltre 30 anni, sono riuscita a visitare Venezia .
Era l’ ottobre del 1993 quando, con tutto organizzato , riuscimmo ad arrivare con la macchina solo fino ai Giovi, dove fummo recuperati da un carroattrezzi per fare tristemente ritorno a casa, dopo , tra l altro , una lunghissima coda al casello : c’era il salone nautico … da allora , o per un motivo o un altro, non sono più riuscita a ritagliarmi i giorni per fare questa visita a Venezia (forse è mancata la volontà vera, che volere è potere)
In questo weekend , finalmente , ho realizzato quello che ormai definivo un sogno.
Addirittura ?
Si, addirittura.
e Venezia? come l ‘ho trovata?
Beh, banale a dirsi , ma Venezia è veramente una città unica.
Nessuno può dire diversamente. Per quanto in questi anni io l’abbia potuta ammirare su libri, televisione , anche in un film di 007 , non è mai come esserci e vederla dal vivo. E’ splendida da viverci ? da viverci: no ..
Sì, sapevo che le macchine non possono girare ma vedere poi come è veramente mi ha comunque sorpresa. Mi ha stupita.
Per vivere a Venezia ci vuole un fisico bestiale. Non esistono bidoni della spazzatura , ad esempio, e l’immondizia viene ritirata porta a porta da netturbini con dei carelli con ruote che si trascinano ovunque riempiendoli a mano. Armati di scopa di saggina e tanto olio di gomito tengono la città pulita ,considerando il numero considerevole di turisti che transita giornalmente è davvero un lavorone. Quando fai la spesa non c’è da sperare di trovare il posto sotto casa per scaricare, è tutto rigorosamente a piedi, tutto da portare a mano.
A Venezia ti rendi conto , veramente, quanto lo spazio sia importante , è tutto un dedalo intricatissimo. Ogni tanto si apre inaspettata una piazza spaziosa che sembra ridarti il fiato. La calle più stretta misura solo 53 cm ed è lunga 100 m. : un incubo. Pensavo che i vicoli genovesi fossero quanto di più angusto si potesse trovare , e invece no, ci sono le calle veneziane …
Le macchine sono sostituite, quindi, dalle imbarcazioni. Carabinieri , polizia , vigili del fuoco , viaggiano tutti su motoscafi . A grande sorpresa ho visto passare anche un’ambulanza a sirene spiegate sfrecciare sul Canal Grande. Mi direte sai che sorpresa, beh non ci avevo mai pensato che potesse esserci un traffico per acqua così intenso , anche Dhl consegna cosi… tutto quello che si vede qui su gomma, là va per acqua e avere la casa “con la porta a mare” (ovvero l’accesso sull’acqua) diventa veramente importante come avere il garage a Quezzi , per intenderci.
I Veneziani , da quello che ho constatato , sono persone molto riservate ; stanno sulle loro, ma ,se riesci ad allungare un po’ la conversazione, sanno essere simpatici e di incontro , sono un po’ come noi genovesi , un po’ peggio… forse.
Mi sono dilungata a parlare con un negoziante , veneziano da diverse generazioni ,( ha tenuto a precisare ) che ci spiegava che, negli anni ottanta i veneziani, hanno iniziato a vendere le loro case , soprattutto a milanesi , credendo di fare un affare , di togliersi il “fastidio”. Il turismo come è adesso è partito solo negli anni 2000 , ora transitano circa 20 milioni di persone all’anno , e le case , quindi , hanno raddoppiato il loro valore, e non hanno fatto nessun affare, i prezzi sono veramente alti . I veneziani sono abbastanza esasperati da questa invasione barbarica, ci sopportano giusto per la pratica , giusto perchè diamo loro il pane quotidiano. Questo commerciante si vedeva che era avvilito , infatti ha detto “Venezia non è più quella di una volta “… beh se per questo anche Genova non è più quella di una volta , niente è più come una volta …
Per strade la lingua che senti prevalentemente è l’inglese , ma ci sono persone provenienti davvero da tutto il mondo, molti dei residenti sono stranieri.
Nei ristoranti la maggior parte dei camerieri , ma anche cuochi e titolari non sono italiani, ho anche beccato un albanese con l’accento toscano, che ha vissuto molto anni a Roma .. Il nostro Host era indiano, ad esempio , e oltre a gestire un’ intera palazzina a BnB (4 mini alloggi in totale). Anvedi mi toglie la parola , ha anche un negozio di abbigliamento /scarpe e bijoux di Murano. Cioè questi si danno un gran da fare …
Mi è capitato spesso che in prima battuta mi parlassero in inglese, tanto hanno l’abitudine.
Venezia non è più dei veneziani , forse neanche più degli italiani, però.
Sulla navetta x Murano, avevo una signora veneziana di fronte, con la quale ho parlato brevemente e piacevolmente , quando si è alzata per scendere , mentre si allontanava , ho sentito che diceva alla sua amica, riferendosi a me : “Aveva uno splendido sorriso quella signora”.
Questo episodio , il Canal Grande, il Ponte di Rialto , i 35.000 passi fatti in due giorni e qualche very original bijoux di Murano , è quello che mi porto via da una città incomprensibile, misteriosa , affascinante , difficile ma attraente e che solo se ami davvero puoi vivere ogni giorno.