Il Cacciatore di Aquiloni di Khaled Hosseini

  • C’è un solo peccato. Uno solo. Il furto. Ogni altro peccato può essere ricondotto al furto. […]Se uccidi un uomo gli rubi la vita. Rubi il diritto di sua moglie ad avere un marito, derubi i suoi figli del padre. Se dici una bugia a qualcuno, gli rubi il diritto alla verità. Se imbrogli quello alla lealtà. [Baba]

Tratto da “Il Cacciatore di Aquiloni” di Khaled Hosseini

Quest’estate ho letto “il cacciatore di Aquiloni” fuori tempo massimo .. sapevo che aveva avuto un grande successo , che a detta di tutti era molto bello.. ma non mi attirava .. quest’anno per il mio compleanno me lo sono regalato.. era giunto il momento che lo leggessi….  la prima parte del libro racconta gli anni dell’infanzia  vissuta dal protagonista  Amir, che è  l’io narrante , a Kabul assieme ad un altro bambino suo coetaneo Hassan, figlio del servitore di casa e domestico pure lui ; ci sono descrizioni molto dettagliate dei sentimenti umani , ma precisi che riesci a capire a fondo;  e’ come un quadro che guardi,  senza fatica.  È evidenziato il contrasto caratteriale e di indole dei due bambini ; nel protagonista e’ evidenziata l’invidia, la vigliaccheria , la capacità di raggirare e anche una sorta di indifferenza.. Non risulta x niente simpatico..  il secondo bambino il domestico e, allo stesso tempo  compagno di giochi , Hassan, al contrario , e’ buono e “fedele” al suo amico fino a grandissimi sacrifici. ..  Non voglio certamente raccontare la trama che, nel dettaglio,  neanche ricordo .. volevo invece ricordare qui due passaggi che mi hanno molto colpita .. uno riguarda il concetto  di peccato insegnato al protagonista dal padre Baba, che, per niente islamista in senso stretto , aveva maturato una sua religiosità e un suo modo di vedere le cose che spiega al figlio con le parole sopra riportate . Riflettendoci e, semplificando , e’ una verita’ , se ci si pensa .. il peccato , al quale tutti gli altri sono riconducibili , è  proprio il furto..  si può  rubare un oggetto ma anche  la serenità , la felicità ; appropriarsi di ciò che non ti appartiene è molto  grave , cosa che sicuramente si dovrà pagare ..e non credo con una semplice confessione e due Ave Maria .. Non appoggiamoci e non confidiamo troppo nella Misericordia che ora è sempre tanto tirata in ballo… che ne sappiamo ?, che ne sanno anche i preti? … un po’ di sano timore di Dio , penso,  non guasterebbe e farebbe essere tutti migliori..  

l’altra cosa che mi ha particolarmente colpita è il momento in cui  ,durante il ritorno di Amir a Kabul , una volta divenuto uomo , desideroso di conoscere qualche dettaglio  della madre , morta di parto , incontra un mendicante , al tempo dei fatti dottore  che aveva conosciuto la madre durante la gravidanza   e racconta  ad Amir che gli aveva detto che si sentiva in un momento di cosi grande e particolare felicità e consapevolezza di felicità,  che le faceva presagire che sarebbe successo qualcosa…  in effetti quando si tocca il cielo con un dito si ha quasi paura di dover morire …..    

Disse : ” Ho molta paura ” racconto’ il mendicante, “perché? ” le chiesi, e lei mi rispose: ” Perché sono profondamente felice , dottor Rasul. Una felicita’ come la mia spaventa”. Gliene chiesi la ragione .”Si prova una felicità così grande solo quando la si sta per perdere ” E io le dissi: “Zitta . Basta con queste sciocchezze”.

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