La Sindrome di Anna Karenina

Qualche giorno fa ho scritto qui sul blog circa il romanzo di Anna Karenina , lettura irrinunciabile ..  oggi su FB ho trovato questo articolo di “la mente e’ meravigliosa”, se nn sbaglio, che mette in guardia dalla Sindrome di Anna Karenina e, a completamento,  ne riporto articolo molto interessante,  correttamente ha dato nome ad una sindrome che evidentemente è riscontrabile e assimilabile a quanto accaduto alla figura di rilievo del romanzo in questione. .. non si sono inventati nulla i romananzieri , scrittori in generale. hanno solo avuto la capacità di capire e descrivere l’animo umano.. le sue meraviglie e le sue devianze…

 

La Sindrome di Anna Karenina

Non è un film. Articolo 31

Due giorni e si chiude anche quest’anno : 2016… per me è  stato, forse, uno degli anni più difficili, piu’ duri , quindi,  ben contenta, che sia al termine anche se è per modo di dire, è tipo cabala .. perché il 1 gennaio 2017 è il giorno successivo al 31 dicembre 2016 e le cose non è che cambino con il colpo di bacchetta magica solo perché cambia il numero dell’ultima cifra dell’anno. Ma mi sento di essere alla fine di tanta sofferenza,  tanta davvero, quanto non si riesce neanche a immaginare , ma neanche a descrivere, per quanto ad alcuni mi sia impegnata a raccontare . . Ho passato moltissimi anni in un tran tran tediamente rassicurante, poi all’improvviso , proprio come un fulmine a ciel sereno,  mi sono ritrovata a dover fare i conti con una realtà difficile da accettare,  da gestire,  da vivere in generale. .  sembrava di essere stata calata in un film drammatico,  ho sentito frasi che mai avrei pensato mi sarebbero toccate , parlando di me,  non cosi presto,  non a 43 anni , nel pieno della vita, con ancora tante cose da fare .tante cose sempre rimandate nel corso degli anni, perché c’era sempre qualcosa che faceva rimandare ciò che sembrava secondario , ma che forse  secondario non doveva essere considerato ,  perche si trattava di vita da vivere al di là dei doveri che cmq sarebbero stati delegati o gestiti diversamente, poi quando , tutto doveva essere finito sono stata sbalzata in quello che definisco un film dell’orrore,  quando si dice che al peggio non c’è fine..è proprio così. . Questa fase è conosciuta solo dai medici che mi hanno seguita , dai famigliari stretti , dai padri spirituali che ho avuto , e da 5 amici/he di tutti i miei amici (e ne ho tanti davvero), … di cui una l ho mandata a fanculo recentemente e senza farla passare dal via e li’  rimane (diciamo che era da anni che procrastinavo la cosa) , perché quando si è a conoscenza di certi vissuti non ci si può permettere certi atteggiamenti duri, cioè tutto è permesso ma con le conseguenze sopra descritte, un’altra stava per fare la stessa fine per motivi simili .. frasi dette a cazzo , di merda che ti fan capire che non c ‘e’  la minima capacità di immedesimazione..  si perché l’importante è essere vivi… giusto?  E invece non è proprio cosi. … dipende da  cosa si è dovuto rinunciare per essere vivi…. una è  sparita,  ma lei è  sempre stata un po’ agnostica/indifferente ma e’ cosi di carattere, la quarta persona , essendo non proprio vicina ,  giustamente,  non la sento..  normale che sia così .. quindi,  come il film Highlander, ne è rimasto uno solo. … ?  ma e’ ok.  Ora dopo i film drammatici e dell’orrore mi aspetterei altri generi.. piacevoli, magari… bene che siano sempre film! .. ormai il tran tran farò in modo che non faccia più parte della mia vita!!! ?  Voglio una vita spericolata come quella di Steve Mc Queen cit. oppure vediamoci pure a Roxy Bar a bere del gran whisky  … ?

Non è un film       Articolo 31

Non sono una Signora – Loredana Bertè

Non mi considero una persona sfortunata, anzi , tutto sommato,  nonostante tutto,  direi proprio il contrario. ..  rispetto a ciò che si vede nel mondo e tutto ciò che sta accedendo in giro, direi fortunatissima..  certo è  che ho sempre camminato in salita .. discese ne ho viste poche,  quasi nessuna. . Mi sono dovuta sempre un po’ guadagnare le cose sul campo, i miei errori li ho semore pagati con interessi altissimi,  adesso,  però,  non ho più voglia di salite se evitabili.. anzi ,se possibile,  prendo proprio l’ascensore..  lo cerco l’ascensore prima di intraprendere un qualsiasi cammino,  anche perché sono abbastanza stanca e ho due maroni che strisciano per terra, e considerato,  che molto dipende,  non tanto da quello che ci capita ma da come lo affrontiamo,  cerco in primis di lavorare su di me, perché sul mondo non ho alcun potere di modificare a mio piacimento le cose ma posso modificare da dentro me il modo di approcciare le cose,  questo sì,    del resto tutto è una palestra, basta allenarsi e il risultato arriverà. ..

 

Non sono una signora     Loredana Bertè

trasmettere le proprie esperienze non è possibile!

In questo tormentato  periodo ho imparato un sacco di cose come, peraltro,  mi aveva anticipato, sarebbe successo, Don Franco..  non che ci tenessi in particolar modo ma questo è quanto. Ho imparato tanto nella teoria , certe cose mi si sono proprio dipanate,  so perfettamente cosa dovrei fare ma nella pratica , visto che la razza è di ferro, tendo ad essere sempre me stessa , facendo sempre gli stessi errori..  abbastanza frustrante … una cosa che ho proprio imparato è che è perfettamente inutile comunicare le proprie esperienze perché non vengono minimamente comprese,  rimangono a livello superficiale,  e meno male… allora tanto vale raccontare , e riaprire vecchie dolorose ferite.. li x li ti sembra utile, almeno lo sfogo,  poi , invece,  quasi ti penti perché non si ha giovamento se non momentaneo e, forse, dopo ti senti anche peggio. .. la stessa cosa vale per me..  io ascolto ed elaboro secondo il mio vissuto, secondo i miei pregiudizi (perché i pregiudizi esistono) e poi secondo le mie priorità mentre bisognerebbe calarsi nel modo di sentire del tuo interlocutore .. ma mentre parla, l’ascolto è ovattato da quello che stai pensando in merito.. non hai la mente sgombra e poi , terribile,  lì  presente sempre,  li pronto e confezionato il giudizio .. che ammazza.. xche’ ti da’ l’etichetta e poi la sentenza ..   insomma, la vita mi avrebbe insegnato che tacere sarebbe la cosa piu saggia da fare,  tutt’al più converrebbe agire piu che parlare.. boh ….   non so se riuscirò,  se improvvisamente mi sentirete stranamente silenziosa,  vorrà dire che sono riuscita a mettere in pratica l’insegnamento numero 1. Talvolta bisogna rassegnarsi e capire che cambiare è l’unica speranza di sopravvivenza, anche se non ti piace l’idea di modificarti perché ti piaci proprio cosi come sei… Almeno piacere a sé stessi sarebbe il minimo sindacale…   ci lavorerò. . Non garantisco.. ?

Buon Natale

Con questa bellissima canzone natalizia faccio gli Auguri a tutti di cuore. Li faccio oggi  perche’ , per me il periodo piu’ bello e’ proprio l’anti-Vigilia e la Vigilia di Natale, concordo con Leopardi,  e la teoria secondo cui  , piu’bella della festa c’e’ la sua attesa , l’aspettativa, la preparazione della festa stessa … quando e’il giorno giusto,  e’ gia’ mezzo andato l’entusiasmo …. Natale per me è sempre stato un periodo magico,  che mi ha sempre dato grande gioia , entusiasmo , voglia ulteriore di spendere per fare i regali , sempre scelti con cura , al di la del valore economico, pensando a chi li stavo facendo.. e non prendere per prendere qualcosa. .  Quest’anno voglio rivolgere un pensiero a tutti coloro che il Natale li fara’ sentire ancora più tristi perché hanno qualche problema da risolvere, problemi di salute o qualche situazione in sospeso  da sistemare , xche questo periodo è meraviglioso se ti va tutto a gonfie vele , altrimenti acuisce maggiormente i dolori, se presenti.. .. ho avuto modo di provare. . ed è proprio cosi… perché si evidenzia maggiormente le problematiche in contrasto con le luci , gli sfarzi,  la voglia di fare festa e soprattutto il sentirsi fare gli auguri… che ,se non sei in vena,  ti fa stare ancora peggio..  (nn ci vuole un genio per capirlo!!)  W i Natali passati,  a quando si credeva a Gesù Bambino e si attendeva con un senso di magia indescrivibile il suo arrivo nella notte nagica .. a quando si affidava a una letterina,  che non si capiva come sarebbe arrivata ma che si aveva la fiducia totale che sarebbe giunta a destinazione,  perché te lo dicevano mamma e papà, i quali  dicevano solo cose vere e che non potevano sbagliare mai,  si affidava la nostra richiesta  per il regalo piu desiderato e tenuto in serbo per l’occasione che certamente non ci avrebbe deluso .. eh già xche si sa che Gesù Bambino può tutto. .. basta stare bravi .. o promettere di diventarlo…??

Happy Christmas

incontro di Anna Karenina con il figlio Sereza.

  • Trovare il pezzo che sto x scrivervi non è stato facile, sapevo essere nel secondo tomo ma mi sembrava più avanti, verso la fine e invece no.

 

Anna si fermò,  aspettando. -S’è  appena ,svegliato –  disse il portinaio,  uscendo di nuovo dalla porta.  E, nel momento in cui il portiere disse questo, Anna senti’ il rumore di uno sbadiglio infantile . Dalla sola intonazione di questo sbadiglio riconobbe il figlio e lo vide come vivo davanti a se’ .  -Lasciami, lasciami , vai!- disse ed entrò nella porta alta. A destra della porta c’era un letto e sul letto stava seduto,  sollevandosi, un bambino con indosso la sola camicia sbottonata , e, con il corpicino piegato, stirandosi, finiva di sbadigliare . Nello stesso momento in cui le sue labbra si unirono,  esse si atteggiarono a un sorriso beatamente sonnolento e con questo sorriso egli ricadde di nuovo indietro lentamente e con dolcezza.
-Sereza!- mormoro’  lei, avvicinandosi a lui senza far rumore. Nel periodo del distacco da lui e in quell’afflusso d’amore che aveva provato in tutto quel tempo,  lei se lo immaginava come un bambino di quattro anni , come più di tutto l’aveva amato. Adesso non era più come lei lo aveva lasciato ; era ancora più lontano da quello che era stato a quattro anni , era cresciuto ancora e dimagrito. Ma cos’era questo?Com’era affinato il suo viso , corti i suoi capelli ! Che braccia lunghe! Com’era cambiato da quando l’aveva lasciato ! Eppure era lui , con la forma della sua testa , con le sue labbra, con il suo piccolo collo morbido e le spallucce larghe.  -Sereza!- Ripeté proprio sull’orecchio del bambino. Lui si sollevò di nuovo su un gomito,  girò la testa scapigliata da tutte e due le parti , come cercando qualcosa , e aprì  gli occhi. Per alcuni secondi guardò silenziosamente e interrogativamente la madre che stava sopra di lui, poi ad un tratto sorrise di beatitudine e , chiusi di nuovo  gli occhi che gli si appiccicavano , si lasciò cadere giù,  ma non riverso,  bensì verso di lei , verso le braccia di lei.   – Sereza! Mio bambino caro!- proferi’ Anna , sentendosi soffocare e cingendo con le braccia il suo corpo paffuto.  – Mamma!- disse lui, muovendosi sotto le sue mani per toccare quelle mani con le varie parti del corpo.  Sorridendo assonnato , sempre con gli occhi chiusi , attraverso la spalliera del letto si afferrò con le manine paffute alle spalle di lei, si lasciò andare addosso a lei, inondandola di quel caro odor di sonno e di tepore che hanno solamente i bambini e cominciò a fregarsi con il viso contro il suo collo e le sue spalle. – Lo sapevo! – disse,  aprendo gli occhi. – oggi è il mio compleanno . Lo sapevo che saresti venuta. Adesso mi alzo-  E , dicendo questo, si addormentava di nuovo. Anna lo scrutava avidamente ; vedeva com’era cresciuto e cambiato in sua assenza. Riconosceva e non riconosceva le sue gambe nude, adesso cosi lunghe, che si erano liberate della coperta; riconosceva quelle guance smagrite , quei riccioli corti, tagliati, sulla nuca, dove l aveva baciato così spesso. Tastava tutto questo e non poteva dir nulla ; le lacrime la soffocavano . – Perché piangi mamma?- disse lui svegliandosi del tutto -Mamma perché  piangi? – gridò con voce piagnucolosa.   – Io? No, non piangero’ più. ..piango dalla gioia . Era tanto tempo che non ti vedevo.  Non lo faro’ più,  non lo farò più – disse inghiottendo le lacrime e voltandosi dall’altra parte . – Be’ adesso tu devi vestirti , – aggiunse dopo essersi ripresa e aver taciuto un poco,  e, senza lasciar la sua mano , si sedette accanto al letto su una sedia dove erano preparati i vestiti.  – Come fai a vestirti senza di me ? Come. ..-  avrebbe voluto cominciare a parlare in modo semplice e allegro, ma non poté e si voltò  di nuovo dall’altra parte.   – Non mi lavo con l acqua fredda,  il papà non voleva . E Vasilij Lukic non l hai visto?  Verrà.  Ma tu ti sei seduta sul mio vestito! – e Sereza scoppiò a ridere. Lei lo guardò  e sorrise.  -Mamma,  mammina cara !-  gridò lui, gettandosi di nuovo verso di lei e abbracciandola . Come se soltanto ora , dopo aver visto il suo  sorriso, avesse chiaramente compreso che cosa succedeva.  – Questo no, non ci vuole ,- disse togliendole il cappello. E , come se l’ avesse vista un’altra volta che era senza cappello, si buttò  di nuovo a baciarla.  – Ma cosa pensavi di me?  Non pensavi che fossi morta? –   -non ci ho mai creduto-  -Non ci credevi, piccolo mio?-  -Lo sapevo, lo sapevo!- ripeteva lui la sua frase preferita e, afferatale la mano che gli  carezzava i capelli,  cominciò a premerla con il palmo alla propria bocca e a baciarla……….
……. Lei gli si avvicinò.  – mio caro!- disse.  Non poteva dire addio , ma l espressione del suo viso lo diceva e lui lo capì.   – Caro, caro Kutik!- disse con il nome con cui lo chiamava da piccolo, – Non mi dimenticherai?  Tu…-  ma non poté dir altro. Quante parole penso’ poi che avrebbe potuto dirgli ! Ma adesso non sapeva e non poteva dirgli nulla . Lui capì che lei era infelice  e lo amava . Capì anche che la njanja diceva in un bisbiglio . Aveva sentito le parole: -sempre dopo le otto- e aveva capito che questo era stato detto a proposito del padre e che il padre e la madre non dovevano incontrarsi . Questo lo capiva,  ma una cosa non poteva capire: perché sulla sua faccia erano apparsi lo spavento e la vergogna? … lei non era colpevole , ma aveva paura di lui e si vergognava di qualcosa. Avrebbe voluto fare  una domanda che gli avrebbe chiarito questo dubbio , ma non osava farla : vedeva che lei soffriva e ne aveva compassione. Si strinse a lei in silenzio e mormorò : -non andartene ancora.  Non verrà presto.-  La madre lo allontanò da sé per capire se lui pensava a quel che diceva e nell’espressione spaventata del suo viso lesse che lui non solo parlava del padre ma pareva domandare che cosa dovesse pensare del padre.  – Sereza mio caro- disse- voglili bene , lui è migliore e più  buono di me e di fronte a lui io sono colpevole . Quando sarai cresciuto, giudicherai-   -Meglio di te non c’è nessuno!….- gridò Sereza con disperazione attraverso le lacrime e , afferratala per le spalle, cominciò con tutte le forze a stringerla a sé  con le braccia tremanti per la tensione.  -Anima mia , piccolo mio!-  disse Anna e anche lei si mise a piangere debolmente , infantilmente, come piangeva lui. In quel momento si aprì  la porta,  ed entrò Vasjlij Lukic. All’altra porta si udirono dei passi  e la njanja disse con un bisbiglio spaventato : – viene- e porse il cappello ad Anna .  Sereza si lasciò cadere sul letto e scoppiò in singhiozzi , coprendosi la faccia con le mani. Anna staccò quelle mani , bacio’ ancora una volta il suo viso bagnato e andò a passi rapidi verso la porta.  Aleksej Aleksandrovic  (il marito) veniva nella sua direzione. Vistala si fermò  e chino’ la testa . Benché essa avesse appena detto che egli era migliore e piu’ buono di lei,  nel rapido sguardo che gli getto’ , abbracciando tutta la sua figura in ogni particolare,  l’assali’ un senso di disgusto e di rancore verso di lui e d’invidia per il figlio.  Con un gesto rapido abbasso’ il velo e, affrettato il passo, uscì di corsa dalla stanza . Non aveva fatto in tempo a tirar fuori i giocattoli e li riportò  a casa  così come erano,  quei giocattoli che con tanto amore e tristezza il giorno prima aveva scelto nel negozio.

 

Magari…. copia incolla  …. copiato a mano dal libro direttamente con lo smartphone… impresa …  ma ne è  valsa la pena!!!

Cinque memorabili frasi di Anna Karenina di Lev Tolstoj –

https://www.cinquecosebelle.it/cinque-memorabili-frasi-di-anna-karenina-di-lev-tolstoj/

Ho letto Anna Karenina ben due volte, dico ben due volte perché è un libro abbastanza “spesso ” sia fisicamente (sono due tomi) sia denso di vari concetti . Ho trovato sul web questo articolo che riassume abbastanza bene i fatti salienti del romanzo anche se, in realtà , c’è molto di più nella trama. È la storia di Anna Karenina ma soprattutto di Levin , l’io narrante , alter ego di Tolstoj , che esprime , oltre al suo parere sulla vita , l ‘amore , la morte,  anche il suo concetto di vero lavoratore visto  come colui che con le mani lavora la terra , ad esempio, in contrasto e disprezzando, ad esempio chi si occupa di finanza che non considera affatto degno di essere  chiamato lavoro ma modo bieco per arricchirsi. Nell’ articolo sono riportate 5 frasi “famose” del libro tra cui l’incipit che è veramente toccante e , se vogliamo ,  fotografa molto bene il fatto che quando in una famiglia tutto va bene ed e’felice..è felice come tutte le altre , svilendo un po’, x così dire, e banalizzando una situazione di x se’ che , invece, dovrebbe essere apprezzata e tenuta in considerazione.  Una grave mancanza nell’articolo e’ la mancata  menzione di quando Anna, ormai già da un anno fuori casa ,  e da tutto questo tempo lontana dal figlio ,  grazie all’aiuto di una fedele serva , va a visitare nottetempo il figlio che, nella sua cameretta,  sta dormendo ,  approfittando dell’assenza del marito recatosi al circolo. Che la  scena sia  di una intensità straziante è  dire poco ,  non ricordo con precisione i dettagli,  ma ricordo perfettamente il mio viso solcato da lacrime irrefrenabili, e non ero neanche depressa in quel periodo. Piangere per un passo di un libro non mi era mai successo e , in questo modo ,  neanche dopo mi è più capitato . … La domanda che scaturisce da questo romanzo e’:  “è  possibile raggiungere la propria felicità  inseguendo magari un nuovo amore , una passione travolgente a scapito della felicità  di chi ami ? come un figlio innocente?  che nn ne può  niente dei dissapori e incomprensioni coniugali., ma che avrebbe cmq diritto ad almeno una parvenza di serenità anche se non reale ma solo surrogata?

Allora con un pensiero forse banale e spiccio dico : “meglio un tradimento e un amore clandestino che salvi la serenità di chi ami anziché la schiettezza e la sincerità  di staccarsi x riappropriarsi di una vita che diventata ,forse , come non ti aspettavi ma che,  allo stesso tempo, non ti appartiene più del tutto, perché  non sei solo persona a se’stante ma anche madre e moglie e questo,  in effetti, non si deve e non si può  prescindere oppure rinunciare , pensando che la propria vita,  in fondo,  la si è già vissuta.

La felicità a scapito di chi ami non può essere vera felicità .

Cercherò nel libro il passo testé  indicato e se lo troverò ,  in seconda battuta , farò un bel  copia incolla. Quel passaggio merita l’aver  letto tutto il libro ! .

Leggete l’articolo vi verrà voglia di leggere il romanzo se nn lo avete ancora fatto, classico che non può e non deve mancare nel proprio CV di acculturato. ?

“Insieme a te” Ornella Vanoni – Mauro Lavezzi

Mi ricordo quando uscì questa canzone nel 1990 .  Era l ‘anno della maturità, avevo quasi 20 anni una vita incognita, da costruire davanti;  se non  ricordo male era uscita in primavera e quante volte l’abbia ascoltata allora non si può dire.  Usavo ancora registrare dal sintonizzatore (alias radio ) sulla fonte “piastra”  utilizzando il mio adorato stereo . Quindi si usavano le mitiche musicassette… una canzone per adulti che parla di amore , passioni , incomprensioni , di quanto la passione possa far bruciare tutto in un istante. Un testo che allora,  forse, non potevo capire appieno ma che già capivo essere vero, ora che lo riascolto a 46 anni per la mia esperienza ma anche x quella di tante amiche che mi hanno raccontato, direi che piu azzeccato un testo non si poteva scrivere.

#passionemaledettamoda’

#sentirsivivi

#razionalitaversuspassione

Insieme a te