“La leggenda di Cristalda e Pizzomunno” Max Gazze’

Parlo di nuovo di Sanremo.. eh già.. per me nn è finito perché,essendo una grande fruitrice di musica italiana, spesso , ora , alla radio , ovviamente , passano i pezzi sanremesi… e io ho modo di ascoltarli meglio e più attentamente ..  le tre canzoni che mi avevano colpito all’istante sono quella che ha vinto che avrei messo al posto più alto del podio come è stato, seconda avrei desiderato la canzone di Max Gazze” che ho trovato molto bella e terza quella di Annalisa “il mondo prima di te”..   canzone più semplice.. da Sanremo , proprio

Beh risentendo questa di Max Gazze’ alla radio , e leggendo il testo , nn sfuggendomi neanche una parola, posso dire che Max Gazze ha fatto un grande regalo al 68 esimo Festival di Sanremo.. una canzone che sicuramente nn meritava solo il sesto posto come  gli è stato assegnato. Ora , risentendola, è capendo il testo e cosa ci racconta , penso meritasse  sicuramente il primo posto ed anche una standing ovation …  ci ha raccontato in poco più di 3 minuti una leggenda che fa parte  della nostra cultura… e nei particolari, ogni parola fa parte di questa bellissima leggenda , ai più sconosciuta….. e l ha  resa popolare in 4 serate che nessuno studio scolastico ci avrebbe saputo passare in modo così rapido e piacevole , è tantissima roba ..  eh già , non sono sempre solo canzonette .. la musica leggera italiana è, talvolta, molto di più..  sono affascinata da questa canzone, anche per la musica , gli archi che vibrano fino a farti vibrare l’animo… ma che bella è??? Ha vinto il premio per la migliore musica.. ma nn basta, secondo me , Max Gazze’ potrebbe essere uno di quegli artisti che potrebbero snobbare  il Festival, se lo potrebbe permettere, e farebbe anche bene ..  Nn dare il giuto risalto ad una canzone simile è stato un grosso errore.. uno di quegli errori che solo a  Sanremo si puo’ fare …. onestamente..  cmq , come si vede, c è semore un buon motivo per seguire Sanremo, e la canzone di Max Gazze” è uno di questi ….  dedicato a coloro che sostengono che seguire Sanremo sia da ignoranti , zoticoni …. sentitevi la canzone di Gazze’ e tutto quello che c’è dietro e fatemi sapere .?

 

La storia di Cristalda e Pizzomunno riprende il mito e lo declina sulla tradizione delle leggende del mare che si tramandano sulle città costiere, specie del Sud Italia. L’ha raccontata Repubblica: “Pizzomunno era molto bello, e tutte le donne del posto lo amavano. Ma lui aveva conosciuto, sulla spiaggia, davanti al mare, Cristalda, la ragazza più bella del villaggio, dai biondi, lunghi capelli schiariti dal sole. Si erano innamorati sul mare, e proprio sul mare si incontravano per amoreggiare. Ma il nemico è sempre in agguato, soprattutto quando tutto va bene. E il nemico, in questa storia di mare, non possono che essere le sirene. Innamorate anche loro di Pizzomunno, ogni volta che il pescatore prendeva il largo cercavano di sedurlo. Com’è noto, però, chi si fa sedurre da una sirena, muore. Pizzomunno non cedette alle lusinghe, nemmeno quando le sirene gli proposero di diventare le sue schiave, e lui il re del mare. No. Pizzomunno amava Cristalda e solo lei. Ma, come si sa, nessuno può dire di no alle sirene. Una sera in cui il pescatore e la sua bella amoreggiavano sulla spiaggia, le sirene emersero dagli abissi e trascinarono la bella Cristalda nel profondo del mare, con loro. Dal dolore, Pizzomunno si pietrificò e diventò una roccia bianchissima che ancora oggi domina la spiaggia di Vieste e che ha preso il nome del giovane pescatore”.

La leggenda vuole che Cristalda e Pizzomunno anche dopo la morte non smisero mai di amarsi. “Ogni cento anni, il 15 agosto, il maleficio che li ha colpiti entrambi si spezza: Cristalda emerge dalle acque che l’hanno imprigionata, Pizzomunno riprende le sembianze umane, e i due tornano per una notte, e una notte sola, due giovani amanti decisi a rinnovarsi, ogni volta, la promessa dell’amore eterno”. Ma un’altra versione della leggenda vuole che Cristalda fosse proprio una sirena innamorata di Pizzomunno e ricambiata. Le sorelle di lei, ingelosite da questo amore, lo trasformarono nella roccia che oggi prende il nome del pescatore.

Qualunque versione vi piaccia di più, al centro dell’amore tragico di Pizzomunno e Cristalda ci sono sempre loro, le sirene. Che al povero Pizzomunno promisero fasti e potere, lui povero pescatore di Vieste. A Odisseo promisero la conoscenza di “tutto quanto accade sulla terra”, si legge nell’Odissea. Nel loro canto irresistibile e ingannevole promettono quello che più desideriamo, o lo tolgono per sempre. Le sirene sono demoni della morte, ma anche in modo oscuro dee dell’amore al servizio di Persefone, che nella mitologia greca è la dea della morte. La loro figura si muove tra amore e morte, promesse e perdizione, in un gioco che ha affascinato i racconti della tradizione, ma anche la grande letteratura, da Eliot a Kafka.

A pochi è  offerto l’insolente e inconsueto privilegio di amare le Sirene e scamparne indenne. Non ci provò Odisseo, che si fece legare all’albero della nave. Ci riuscì, sembra, o almeno così avrebbe immaginato Tomasi di Lampedusa in un magnifico racconto, un ragazzo siciliano che si immerse nell’abbraccio della sirena Ligeia e nelle acque mediterranee e un giorno, ormai vecchio a Torino, pietrificato non come Pizzomunno ma dalla vecchiaia della vita che fugge, lo avrebbe ricordato ancora struggendosi di erotica nostalgia.

 

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